LOL2, le pagelle finali. Maccio, fu vera gloria?

Carlo Amatetti • 6 marzo 2022

LOL2 incorona il suo vincitore, e, tenuto conto di tutte e 6 le puntate, le nostre iniziali valutazioni sui singoli un po' cambiano. Ecco allora la nostra classifica finale!

Fedez + Matano

Il difetto dei due conduttori, più si affolla la control room, più si attacca agli eliminati. Ecco allora scatenarsi una ridda di risate finte che non fa bene al programma, che - avevamo dimenticato di segnalarlo al primo giro - risente anche degli spoiler che alla fine di ogni punata (senza possibilità di saltarli) ci vengono propinati in forma di preview di quella successiva. Lillo invece continua a fare sfracelli fino alla fine, causando espulsioni su espulsioni. Il nostro vincitore morale assieme a... scoprilo continuando a leggere la nostra classifica.

3+10

Tess Masazza

Non aveva convinto nelle prime quattro puntate. Le ultime due aiutano a mettere i chiodi alla bara.

3,0

Diana Del Bufalo

Anche qui, consolidato il voto precedente, arrotondato per difetto perché non si sottrae al finto entusiasmo della control room.

4,0

Alice Mangione

La simpatia (umana) mostrata nelle prime 4 puntate evapora alla prova della control room: le sue risate sono quelle che risultano le meno convinte. 

4

Gianmarco Pozzoli

Si immola per la trasmissione sacrificando lo scalpo. Mezzo punto in più, nonostante la cosa risulti autolesionistica.

6

Max Angioni

Nel rush finale perde una posizione: dopo essere stato il migliore delle "seconde linee", risente più di altri del clima fasullo della control room, perdendo mezzo punto.

6

Maria Di Biase

Chiude con la sufficienza abbondante. Poteva dare di più, ma ha avuto due o tre uscite di livello.

6+

Maccio Capatonda

Consolida il voto delle prime 4 puntate, con nuove performance all'altezza e, ovviamente, col tempo in più avuto a disposizione grazie alla vittoria alla fine conseguita.  Bravo Maccio!

8-

Mago Forest

Uno zic in meno per la prematura espulsione. Il clima malmostoso della control room non aiuta ma lui ci perde meno di altri.

8+

Virginia Raffaele

La sua performance è andata in crescendo e fino all'ultimo ha conteso a Maccio la vittoria. Più divertente di quest'ultimo, decide di sacrificarsi per omaggiare il Corrado Nazionale. 

8,5

Corrado Guzzanti

Chiudendo con Venditti e col poeta Robertetti, chiude col botto, sancendo la sua superiorità. Per noi è il vincitore morale insieme a Lillo.

10
Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.