40 anni fa l'addio a John Belushi

Carlo Amatetti • 5 marzo 2022

Il 5 marzo 1982 John Belushi muore a Hollywood in un bungalow del Chateau Marmont. Una morte avvolta a lungo nel mistero ma finalmente in libreria una biografia chiarisce tutto...

Da sempre l’immagine privata di John Belushi in Italia risente della biografia scandalistica scritta da Bob Woodward nel 1984 e che da allora è l’unica pubblicata ininterrottamente anche nel nostro paese. Una biografia che ha offuscato la memoria - soprattutto artistica del grande John - senza peraltro rivelare i perché e il come della sua tragica morte.

Sagoma Editore allora ha deciso di fare giustizia della sua immagine e portare all’attenzione anche del pubblico italiano le ricerche condotte dalla vedova Judith Belushi in tutti questi anni, pubblicando in esclusiva per l’Italia un progetto editoriale unico, costruito attorno a Samurai Widow (mai edito in Italia) e Belushi, i libri scritti negli da Judith. Il risultato è una lettura allo stesso tempo intima ed esaustiva, preziosa per comprendere chi sia stato il John Belushi, uomo e artista, e i motivi, le cause e gli artefici della sua morte.

Fortunatamente Judith ha creduto nel progetto a tal punto da condividere con generosità il proprio archivio fotografico personale, consentendo di corredare questa edizione di vere e proprie perle, in gran parte inedite per i lettori italiani e alcune inedite in assoluto.

Dalla sua pubblicazione in Italia, avvenuta da poco più di 12 mesi, il libro è già diventato un cult, e una lettura imprescindibile per conoscere chi era il vero John dietro l’ingombrante maschera di Bluto.


  • John Belushi moriva 40 anni fa

    Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante
  • Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante
  • Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante
  • Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante
  • Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante
  • Titolo diapositiva

    Scrivi qui la tua didascalia
    Pulsante

Quel 5 marzo 1982 accadde qualcosa che ai più sembrò qualcosa di incredibile, ma che alcuni in cuor loro si aspettavano già da tempo, come possiamo leggere da un passaggio scritto da Judith Belushi nel suo "John Belushi, la biografia definitiva":


Accesi la TV e mi stesi sul divano per riposare. Era tardo pomeriggio. Sentii la porta aprirsi al piano di sotto e mi chiesi chi fosse, dato che alcuni amici conoscevano la combinazione della serratura. “Judy", era il collega di John, Dan Aykroyd."Sono di sopra, nel soggiorno!” 

Danny fece le scale a più gradini per volta, ed entrò di botto nella stanza. Sembrava sbigottito; oppure era stordito? Iniziò a dire qualcosa, ma si fermò e si limitò a rimanere impalato, facendo scorrere la mano sul capo, non tanto per togliere i capelli dalla faccia quanto per tenere stretti i suoi pensieri. Respirò profondamente. “Io… io non so come dirtelo”, balbettò. “Non so cosa dire…” Era successo qualcosa di terribile a John, lo si vedeva da come Danny stava immobile, dall’espressione del suo viso, dal modo in cui le parole gli uscivano a fatica. Nella mia mente si affollarono immagini che mi stesero a terra. Immaginai un incidente d’auto. Un disastro aereo. John in stato di incoscienza che lottava per la sua vita. “Danny, cosa c’è?” Mi mossi per afferrarlo e scuoterlo. “John incredulo. “È morto”. C’era una forza inaspettata in quelle parole.  Colpirono il mio petto come acqua che uscisse da una pompa, spingendomi indietro di parecchi passi. “No!” Urlai, afferrandomi la testa e serrando gli occhi, schiacciandoli, come se potessi eliminare Danny e far sparire quanto aveva detto. "Abbiamo sempre saputo che sarebbe potuto accadere".

Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.