John Belushi torna a casa

Carlo Amatetti • 26 settembre 2020

Belushi - il documentario sul compianto John - apre la 56sima edizione del Chicago International Film Festival. Ne ha scritto Judith Belushi nella postfazione dell'attesissimo John Belushi - la biografia definitiva in uscita a novembre per Sagoma Editore. Ecco un'anticipazione in esclusiva per i fan di libridivertenti.it.


Prodotto da Showtime esce finalmente Belushi, il documentario basato sulla vita comico John Belushi. Firmato alla regia da R.J. Cutler e prodotto da John Battsek, il documentario è stato realizzato in collaborazione con la vedova di Belushi, Judith Belushi Pisano, che ha lavorato con i registi per la prima volta, e di Sean Daniel, amico e collaboratore di lunga data dell’attore, in qualità di produttore esecutivo insieme a Bill Couturie.

Il documentario aprirà le danze significativamente a Chicago, aprendo la 56sima edizione del Chicago International Film Festival. Il festival, che si svolge dal 14 al 25 ottobre, avrà uno svolgimento largamente virtuale. Per la prima volta le proiezioni saranno accessibili in streaming dalla piattaforma del festival, e così sarà anche per Belushi, la cui premiere sarà appunto il 14 ottobre, al ChiTown Movies drive-in theater, in contemporanea a un virtual screening.

Realizzato in collaborazione anche di numerosi amici dell'attore inclusi Dan Aykroyd, Penny Marshall, Lorne Michaels, Carrie Fisher, Chevy Chase e del fratello Jim, ha visto per la prima volta la diretta collaborazione della vedova Judith che sul documentario ha avuto modo di scrivere proprio nella postfazione del libro "John Belushi, la biografia definitiva", in uscita il prossimo 19 novembre in esclusiva nelle librerie italiane. Ne anticipiamo il brano: 

"È un bel documentario. Sento che è stato prodotto e diretto con mano felice, con uno stile innovativo e con amore. Nulla può davvero mostrare cosa si è sperimentato direttamente: è un fatto, nessuno può raccontare la tua storia al posto tuo; ma quando degli artigiani intelligenti e creativi scelgono un soggetto per farne la loro storia, se ne ottiene sempre qualcosa di buono. Credo che questo team abbia realizzato un lavoro formidabile, compassionevole e (spero) d'ispirazione".

Un 2020, quindi, che si è rivelato particolarmente significativo per la figura di John. Caratterizzato dalla morte, il 16 agosto di quest'anno, di Kathy Smith, che iniettò la dose letale di eroina e cocaina a Belushi e che tanta parte ha nella storia raccontata da Judith Belushi, si chiude dunque con due tributi, un atteso documentario e un progetto inedito e pubblicato in esclusiva per i lettori italiani. Bentornato John!

Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
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Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.