Stan, 55 anni che manchi

Redazione • 23 febbraio 2020

Stanlio , 55 anni che ci manchi

Oggi, 55 anni fa, ci lasciava uno dei più grandi geni della comicità, Stan Laurel. Forse la ricorrenza l'avrebbe festeggiata comunque a torte in faccia. ! Nacque il 16 giugno del 1890 , un anno, sette mesi e due giorni prima del suo eterno partner artistico, il grande Oliver Hardy.  Fra poco saranno ben novant’anni dal loro primo film in coppia, eppure non hanno bisogno di presentazioni: la coppia Stanlio e Ollio è ancora notissima in tutto il mondo e continua a raccogliere nuove generazioni di fan. Alla soglia del secolo di vita , infatti, Stan e Oliver sopravvivono alla polvere, anche perché la miscela di irresistibile simpatia e follia– e una certa vena catastrofica – diverte ancora . Una sonora rivincita contro la critica americana che li ha snobbati e sottostimati in vita ma che li ha glorificati da morti esaltando le loro comiche come opere modernissime e non come film di serie B. La rivalutazione critica arrivò quando scomparve per primo Hardy, e Stan ha avuto la possibilità di rivedere il loro mito risorto, e tardivamente gli fu assegnato un Oscar alla carriera.

Il segreto del loro successo è stato e sempre sarà la televisione , un fenomeno che anche da noi è stato registrato sin dalle prime trasmissioni fino ai giorni nostri, come quando qualche anno fa una massiccia riproposta delle loro comiche su Rai3 ha fatto registrare ascolti impensabili (con share vicino al 7%). Fra i comici del passato, sono gli unici che raccolgono un pubblico nuovo. Hanno gettato le fondamenta della prima coppia comica formata da due clown e non il classico duo formato dalla spalla e da un comico come da tradizione del varietà: le occasioni di risate con loro potevano essere il triplo rispetto ad un altro collega contemporaneo. Simpatici pasticcioni , superarono l’affetto del pubblico rispetto ai fratelli Marx, per esempio, che divertivano più gli adulti che le donne o i bambini, e la totale assenza di volgarità e di sessualità nel loro umorismo li ha resi eterni presso il pubblico infantile. Da bambini siamo stati abituati alle loro buffe figure – Stan magro e tontolone, Ollio grasso e prepotente – come capiterà ai nostri e ai vostri figli, perché in loro vedevamo un particolare fascino come quando leggevamo i fumetti di Paperino o andavamo a vedere le marionette. Eppure Stanlio e Ollio erano persone reali, in carne ed ossa, che forse il cinema li ha magicamente trasformati in due personaggi inventati che hanno preso miracolosamente vita. Ci facevano ridere , Stanlio e Ollio, tanto che sono rimasti nei nostri cuori come se fossero una testimonianza della nostra infanzia.
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Per tutta la sua vita, Stan Laurel si è sempre meravigliato della popolarità e dell’entusiasmo dei fan che la coppia scatenava. “ Probabilmente ”, rifletteva, “ Hanno capito quanto amore ci abbiamo messo nel realizzare le nostre comiche ”. Sapeva cosa facesse ridere, ma non cosa fosse la comicità. Diceva: “ Non mi chiedete, per grazia di Dio, cos’è. Non lo so ”. Jerry Lewis , un discepolo che gli ha voluto particolarmente bene, lo riteneva un genio proprio perché non lo sapeva. “ Quando chiesero a Socrate perché egli fosse l’uomo più saggio del mondo, egli rispose, ‘Perché non so nulla’. Così era Stan Laurel. Egli credeva sinceramente di non saperlo e perciò sapeva tutto. Era un grande comico e un grande teorico del comico ”. Quello che lui sapeva fare era far ridere la gente, comprese che era nato per questo e dedicò tutta la sua vita alla comicità . Il suo destino non poteva essere diverso altrimenti: figlio d’arte , un padre attore, autore e impresario teatrale, e madre attrice drammatica, il giovane Arthur Stanley Jefferson (il suo vero nome), con grande tenacia cercò di sfogare la sua grande voglia di recitare debuttando nel Music-Hall giovanissimo, e arrivò dall’Inghilterra in America nel 1910 con la compagnia di Fred Karno, un nome gigante nella storia del varietà inglese, e mise le radici negli States dopo che il capocomico, un certo Charlie Chaplin, venne scritturato per lavorare nelle comiche di Mack Sennett. Per circa dieci anni, Stan tentò di trovare la fortuna come il suo ex collega in una lunga carriera nel vaudeville, finché si aprirono le porte del cinema più sgangherato – lavorò persino per Larry “Ridolini” Semon – e venne scritturato da Hal Roach , leggendario produttore di Hollywood. Il resto è storia : dapprima comico e poi regista e scrittore, negli Studi Roach Stan incontrò il giovane caratterista Oliver Hardy e insieme cominciano a lavorare in alcune comiche finché, come recita il famoso aneddoto, è costretto a sostituirlo perché ad Oliver accade un incidente casalingo. Quando torna nella Compagnia per il film successivo, si ritroverà nel cast per la prima volta con Laurel. Le due figure così diverse, e il loro rapporto conflittuale (il grasso comanda, il magro esegue, con conseguenze disastrose per entrambi) smuovono il fiuto di Roach e del suo socio Leo McCarey , che in coro si dicono, Perché non farne una coppia? Le reazioni del pubblico determinarono il successo sorprendente che ebbero nel giro di poco tempo, e quando Hollywood tremò per l’avvento al sonoro gli unici attori che passarono dal muto al parlato senza problemi furono proprio loro. Le loro voci si calavano perfettamente nei personaggi – Hardy soprattutto, la sfruttava per delle belle esibizioni canore – e meriterebbe un capitolo a sé la storia del buffo e celebre doppiaggio che in Italia fu adottato e che contribuì notevolmente al lancio della coppia nel nostro paese.

Negli oltre 100 film girati , dal 1927 al 1951, Laurel e Hardy hanno ovviamente preso delle stecche e firmato qualche sciocchezza, specie nell’ultimo periodo quando la fiducia dei produttori era finita e il loro ruolo finì nell’essere solo quella di attori e non autori come erano stati abituati (specie Stan che, tolto i panni del tonto Stanlio, era il cervello creativo della coppia ), ma nessuno discute sul loro importante contributo dato al cinema comico: e alcune cose da loro girate sono fra le più divertenti mai realizzate. L’ influenza che hanno avuto in registi come Jerry Lewis , Blake Edwards , Jacques Tati , è più che significativa.

Sagoma Editore, per festeggiare degnamente i 130 anni dalla nascita del prossimo giugno, a marzo pubblicherà una sontuosa nuova edizione di Mr Laurel & Mr Hardy, con nuovi contenuti inediti che ingolosiranno tutti gli appassionati, mentre a giugno uscirà, sempre a firma del mitico John McCabe, un altro classico totalmente inedito, The Comedy World of Stan Laurel! Una delizia per palati fini.

Alle loro figure è dedicato un fan club che esiste da 50 anni ed è nato in America con approvazione dello stesso Stan Laurel. Lo ha fondato John McCabe, autore di 4 libri su di loro e intimo amico di Stan, con lo scopo di riunire i fan della coppia e si chiama Sons of the Desert. In Italia esistono ben tre sezioni, la più longeva è la “ Noi siamo le colonne ” ed è nata a Modena nel 1992
Per celebrare Stan e il suo partner Oliver, abbiamo pensato di postare nell’articolo una gag indimenticabile che ben racchiude la loro poetica. L’intramontabile corto del pianoforte,  La Scala Musicale (premio Oscar per il miglior cortometraggio nel 1932). Buon divertimento.

Parte 2

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Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
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