È (ri)scoppiata la Ghostbusters-mania!

Redazione • 9 novembre 2021

Sono passati 37 anni dal primo capitolo di una saga classica come quella interpretata da Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis, e ancora oggi i fan, grandi e piccoli, hanno una forte nostalgia e voglia di acchiappare fantasmi. Come dimostra il gran numero di gadget e campagne di co-marketing che inneggiano al mitico fantasmino barrato dei Ghostbusters

E finalmente, dopo anni di rinvii, eccoci accontentati con un nuovo, terzo capitolo.

Il film Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman, figlio di Ivan, regista dei due film originali, è incentrato sull’eredità che l’acchiappafantasmi Egon Spengler ha lasciato a sua figlia e ai suoi due nipoti: ben presto la sua famiglia scoprirà che il loro legame ha a che fare con numerosi eventi paranormali nella cittadina dove si sono trasferiti, non appena saputa la morte di Egon. Del resto, come diceva Peter Venkman, “quando piove merda, e devi mettere un ombrello, e chi chiamerai?”


Il film arriva nelle sale italiane fra otto giorni esatti, ed è già scoppiata la “Ghostbusters-Mania”: decine di prodotti, iniziative e quant’altro hanno invaso l’Italia, e Sagoma Editore non poteva esimersi da questa ondata di entusiasmo per un film atteso da oltre trent’anni. La figura di Egon è indissolubilmente legata a Harold Ramis, indimenticato attore e soprattutto regista di molte commedie di successo negli anni ’80 e ’90, al quale Sagoma ha voluto rendere omaggio con la pubblicazione della biografia scritta dalla figlia Violet Ramis Stiel, sua primogenita e autrice di “Harold Ramis, mio padre l’acchiappafantasmi”, in uscita in tutte le librerie dall’11 novembre 2021. Violet, con un tocco commovente, ricorda suo padre non solo come genitore non convenzionale e molto presente nella sua difficile vita adolescenziale e adulta, ma anche il regista che seguiva sui set fin da bambina. Il libro, come il film di Reitman, è fondamentale per sottolineare il grande legame che c’è fra Ramis e il mondo della commedia americana: Palla da golf, Ricomincio da capo, Ghostbusters, Terapia e pallottole o Mi sdoppio in 4 sono considerati tutti classici della comicità.


Nel mondo Ghostbusters, Ramis era il cervello del gruppo: a lui e al team degli acchiappafantasmi sono dedicati molti prodotti usciti per l’occasione del nuovo film. Eccone alcuni dei più “gustosi”:


·      la colonna sonora di Ghostbusters II (1989), composta da Randy Edelman, è stata pubblicata per la prima volta su CD e su vinile;

·      la Hasbro ha pubblicato una versione “Ghostbusters” del famoso gioco Cluedo e del Monopoli;

·      la Multiplayer Edizioni pubblicherà il 18 novembre la edizione italiana del “Manuale degli acchiappafantasmi”, scritto da Troy Benjamin e Marc Sumerak;

·      oltreoceano Ozzy Inguanzo ha scritto un libro sull’ultimo film, intitolato “Ghostbusters: Afterlife, the Art and Making the Movie”, che sarà pubblicato dalla Titan Books il prossimo 7 dicembre;

·      ancora la Hasbro ha pubblicato una serie di giocattoli che riproducono i quattro originali acchiappafantasmi, il nuovo fantasma blu “Muncher” e il vecchio “Slimer”, la Ecto-1 e il fucile a neutroni, ma soprattutto ha avviato una campagna di crowdfunding per realizzare una esatta replica dello zaino protonico di Afterlife in scala 1:1, compatibile con il fucile a neutroni di Egon Spengler, già disponibile nei negozi, campagna che dovrebbe concludersi a dicembre e che vedrà la produzione in tempo per il 2023.


Infine il giro promozionale della Ecto-1 in Italia ha toccato intanto due importanti tappe, le due anteprime del film svolte a Roma, il 14 ottobre durante la Festa del Cinema di Roma, e a Lucca Comics and Games, il 31 ottobre.

Last but non least, pochi giorni fa, la mitica macchina dei Ghostbusters è stata vista in uno spot che vede protagonisti i giocatori del Milan, grazie ad una partnership con la Sony Pictures perché, si sa, loro se ne intendono di leggende… E i gadget ghost-rossoneri? Imperdibili.



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Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
Autore: Carlo Amatetti 18 luglio 2025
La cancellazione del programma di Stephen Colbert arriva mentre negli Stati Uniti cresce la pressione politica sui media: proprio adesso si spegne una delle voci più graffianti di dissenso e comicità.