Addio a Mort Sahl, il padre della satira americana moderna

Carlo Amatetti • 26 ottobre 2021

Woody Allen, guardando un suo spettacolo, capì che avrebbe potuto fare il comico

Saliva sul palco con una felpa e un giornale sottobraccio, e ipnotizzava la sua platea facendo satira sulla politica e sul costume americani. Il 26 ottobre, alla veneranda età di 94 anni, ha deciso di ripiegare il suo quotidiano e di raggiungere gli altri grandi della comicità della sua generazione. L’ultima rimpatriata (su grande schermo) fu nel 2016 nel film Max Rose che ne annoverò un bel mucchio, Jerry Lewis compreso, che ne fu protagonista.


Il canadese Morton Lyon Sahl (11 maggio 1927 – 26 ottobre 2021) è stato considerato il primo comico moderno dopo Will Rogers. Sahl aprì la strada a una satira colta, ricca di improvvisazione, che non a caso fu molto popolare nella Bay Area in cui gli studenti dei campus si riversavano a frotte nei locali dove si esibiva. Il suo debutto su un palco professionale fu nel nightclub Hungry nel 1953 . Dopo un anno di ininterrotto sold out viaggiò in lungo e in largo per il paese esibendosi in locali notturni, teatri e, soprattutto, campus universitari. Nel 1960 fu il primo comico ad avere una storia di copertina scritta su di lui dalla rivista Time. Fu anche l’iniziatore di un tipo di spettacolo che univa abilmente stand-up e jazz e fu sempre lui a incidere il primo album di comicità moderna.



Nonostante la TV ebbe sempre qualche difficoltà a utilizzarlo - considerandolo adatto a un pubblico un po’ troppo “alto” - apparve in molti programmi televisivi, in molti film e fu protagonista di un popolare one man show a Broadway. Il conduttore televisivo Steve Allen lo definì “l’unico vero filosofo politico della commedia moderna” . Di certo, per l’epoca, la sua stand-up che affondava saldamente i piedi nell’attualità politica e sociale americana era rivoluzionaria, finendo per ispirare le generazioni di comici successivi molti altri successivi a diventare comici teatrali, come George Carlin e Woody Allen . Quest’ultimo dichiarò pubblicamente che proprio Sahl aprì la strada “ a persone come me”.


Ancor prima, fu l’apripista di una nuova generazione di comici intelligenti: Shelley Berman , Mike Nichols ed Elaine May , Lenny Bruce , Bob Newhart , Dick Gregory e gli Smothers Brothers , tra gli altri. 


Nonostante Dwight Eisenhower, Richard Nixon, Adlai Stevenson e John F. Kennedy furono frequentemente bersaglio delle sue esibizioni, numerosi politici divennero suoi fan, tanto che John F. Kennedy gli chiese addirittura di scrivere battute per suoi discorsi per la campagna presidenziale. Dopo il suo assassinio nel 1963, Sahl nei suoi spettacoli mise ripetutamente sotto la lente le conclusioni del Rapporto Warren e la cosa contribuì al declino della sua popolarità. 


Sahl entrò in scena lo stesso anno in cui Eisenhower e Nixon entrarono alla Casa Bianca, l'anno in cui Playboy uscì per la prima volta in edicola. E lui, vestito con un colletto aperto e una felpa, divenne la coscienza della nazione americana che rimuginava su quella attualità in grande fermento. “Non avevo mai visto niente di simile” , ha detto Woody Allen, “e non ho mai visto niente di simile dopo”




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Ci piace salutarlo, ricordandone una manciata delle migliori battute:


“La mia vita ha bisogno di editing”.


“La gente mi dice che c’è un sacco di gente come me, il che non spiega la mia solitudine”.


“I liberali si vergognano di quello che hanno. I conservatori si sentono orgogliosi di tutto quello che hanno rubato”.


“Ho detto al mio esecutore testamentario di farmi seppellire a Chicago perché quando morirò, voglio rimanere ancora attivo politicamente”.


“Con solo quattro milioni di persone che abitavano le colonie americane, avevamo Jefferson e Franklin. Ora che gli USA hanno 200 milioni di abitanti, i due migliori sono Clinton e Dole. Cosa puoi trarre da questo? Che Darwin si sbagliava!”


“Negli anni Quaranta, per avere una ragazza dovevi essere un soldato semplice o un atleta. Negli anni Cinquanta, per avere una ragazza dovevi essere ebreo. Negli anni Sessanta, per avere una ragazza dovevi essere nero. Negli anni Settanta, per avere una ragazza devi essere una ragazza”.


"Washington non sapeva dire una bugia, Nixon non sapeva dire la verità e Reagan non conosceva la differenza."


“Uno Yuppie è qualcuno che crede che sia un atto di coraggio mangiare in un ristorante che non sia stato ancora recensito.”


Autore: Carlo Amatetti 18 settembre 2025
Jimmy Kimmel , la voce corrosiva della late night americana, è stato sospeso indefinitamente dal suo show Jimmy Kimmel Live! da ABC . La causa? Una frase pronunciata in monologo in cui ha suggerito (!) che il movimento MAGA stia cercando di capitalizzare politicamente sulla morte di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso nei giorni scorsi. La sospensione arriva dopo che gruppi di stazioni affiliate ad ABC, guidati da Nexstar, hanno definito le sue parole “offensive e insensibili” e ne hanno chiesto la messa in onda bloccata. L’incidente è stato accompagnato da minacce regolamentari da parte di Brendan Carr, presidente dell'FCC (la commissione federale delle comunicazioni), che ha fatto capire che le licenze delle stazioni potrebbero essere a rischio se non si conformano a certi standard (o pressione politica percepita). Un tempo erano standard che almeno sulla carta erano stati pensati per garantire la più alta qualità dei programmi televisivi, oggi servono solo per accontentare l'Esecutivo a stelle e strisce. Non a caso, Trump ha festeggiato la decisione, definendola una “ottima notizia per l’America” su TruthSocial. Intanto, l’eco è forte: molti vedono questa sospensione non come un incidente isolato, ma come un nuovo fronte aperto nell’attacco alla libertà di satira. “Nixon fu un dilettante”: il salto qualitativo nel clima politico Quando Richard Nixon cadde nel 1974, lo fece per comportamenti che oggi, messi a confronto con quelli di Trump, sembrano quasi piccoli inciampi. Watergate fu un complotto reale, tentativo di insabbiamento, uso indebito dei poteri investigativi federali, ostruzione del Congresso, rifiuto di cooperare con richieste legittime di documenti. Un solo grande scandalo, con prove materiali e registrazioni audio, sufficienti per spingere il presidente verso le dimissioni. Con Trump, la quantità e la varietà delle controversie sono assai più ampie: tentativi di ribaltamento elettorale, gestione negligente (o peggio) di documenti top secret, scontri giudiziari su vari fronti, insulti e provocazioni continue. E adesso, questo: silenziare i comici scomodi. Non è più solo insabbiamento o bugie, è prevenire la satira stessa , far capire che chi fa ridere troppo... "forte" può essere punito. Chiudere le bocche: la satira come minaccia Con la precedente cancellazione del programma di Stephen Colbert, e ora di quello di Kimmel, emerge un disegno che va oltre il mero disaccordo politico: è un invito implicito al terrore. “Fai battute, ma attento, la prossima volta potresti non avere più il palco”. Trump — come Berlusconi prima in Italia — pare aver individuato nei comici non solo critici ma potenziali pericoli da neutralizzare. La preoccupazione è che negli USA - un tempo il regno della libertà di espressione e di satira - si vada verso una desertificazione come quella registratasi in Italia dopo l'editto bulgaro di Silvio Berluscon. Da quel momento il mainstream si fece più prudente, i comici adottarono direttamente l'autocensura e oggi la satira in TV è virtualmente scomparsa. Qui, oggi, assistiamo a qualcosa di simile: un attacco sistematico ai grandi talk show satirici, uno dopo l’altro, che manda un messaggio chiaro: “vedete di non rompere troppo”. Stephen Colbert era già stato messo sotto pressione: il suo programma è stato infine chiuso dopo le sue continue critiche a Trump. Non un errore isolato, ma un destino annunciato per chi esagera nella satira politica. Con Jimmy Kimmel , il caso è forse ancora più emblematico: gli si contesta la reazione alacre a un fatto tragico (l’assassinio di Kirk), ma il punto vero è che si è rotto un tabù: negli USA si è totalmente sdoganata la possibilità di zittire una voce satirica perché scomoda. Berlusconi lavorava sornione sotto traccia, Trump rivendica le sue epurazioni . Non è una differenza di poco conto. Donald Trump è il tipo che pippa in mezzo al soggiorno durante una festa; tutti hanno la decenza di farlo in bagno ma lui no. Sarah Silverman
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Una raccolta per celebrare una delle voci più corrosive dell’umorismo italiano.
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